I nuovi obblighi del professionista: a che punto siamo?
Dalla formazione obbligatoria all’assicurazione, passando per l’ultimo arrivato – il POS – ecco le notizie più recenti e qualche commento di vision ulteriore.
FORMAZIONE OBBLIGATORIA
Sappiamo che è diventata obbligatoria per tutti i professionisti europei. Sappiamo anche che in Italia l’indicazione europea è stata recepita dal Decreto Presidente della Repubblica 137/2012, che istituisce per tutti i professionisti l’obbligo della formazione.
Sappiamo anche il razionale che ci sta dietro: che tu sia un medico, un pilota d’aereo, un ingegnere o uno psicologo, dal momento che svolgi una professione particolarmente delicata per i cittadini, che comporta anche dei rischi, lo Stato in cui vivi vuole garantirsi che tu sia in grado di fare il tuo lavoro. Uno dei modi è costringerti all’aggiornamento.
Sappiamo infine cosa succede negli altri paesi europei e in USA, che sono i luoghi mitici che spesso vengono richiamati quando si parla di abolizione degli Ordini, ma quasi mai vengono richiamati per il concetto di professione che adottano da sempre: il sistema per accreditamento. Vediamo come funziona:
- ITALIA. Le professioni funzionano con un ‘sistema per autorizzazione’: fai l’Esame di Stato e sei professionista per sempre, che tu eserciti o meno, che ti aggiorni o meno.
- USA, molti paesi europei. Le professioni funzionano con ‘sistema per accreditamento’: nessuno è professionista per sempre, per mantenere la licenza di esercizio occorre sottoporsi ad esami periodici, dimostrare che si effettuano gli aggiornamenti, e in alcuni paesi è addirittura necessario dimostrare – ricevute alla mano – che si esercita davvero la professione, con regolare compenso.
Poi è chiaro: sta nel dovere dei singoli professionisti di mantenersi aggiornati, e nessun obbligo sostituirà mai per intero la coscienza professionale individuale. Diciamo che l’obbligo è il modo in cui lo Stato fa la sua parte per garantire che alcune delicate attività non siano del tutto esposte al vento del mercato, che come tutti sappiamo non tira sempre dalla parte della qualità e della sicurezza.
Ma come psicologi italiani, che obblighi formativi abbiamo oggi?
Riferisco quello che si conosce attualmente, in base alle due principali condizioni professionali:
- Dipendenti pubblici e Convenzionati, di strutture sanitarie pubbliche: è in vigore il sistema ECM da diversi anni, e non cambia nulla. Di solito gli eventi ECM vengono forniti dalle aziende sanitarie in cui si lavora, ma esiste un fiorente mercato di corsi ECM a pagamento, più o meno validi.
- Liberi Professionisti: non sono tenuti ai crediti ECM. In applicazione dell’obbligo sancito dal DPR 137/2012 il Consiglio Nazionale dell’Ordine Psicologi ha predisposto un regolamento per l’acquisizione di Crediti Formativi in Psicologia (CFP). Questo regolamento non è ancora in vigore perché è all’esame del nostro Ministero della Salute, che ci vigila.
Per i liberi professionisti ad oggi non c’è ancora obbligo formativo. Ci sarà quando il Ministero della Salute avrà approvato il nostro specifico regolamento attuativo.
Il presidente nazionale Palma è stato chiaro in QUESTA LETTERA del 25 Ottobre, pubblicata sul sito del CNOP: finché il Ministero non si pronuncia, non si possono applicare sanzioni. Il che significa ‘liberi tutti’: formazione come e quanto vogliamo, secondo nostra inclinazione e possibilità.
Ma cosa succederà quando l’obbligo ci sarà davvero?
Il regolamento proposto per gli psicologi (NE HO PARLATO IN DETTAGLIO QUI) recepisce tutte quelle attività che già svolgiamo:
- supervisioni
- studio individuale
- scrittura di articoli anche in contesto informale e su web
- attività professionali
- partecipazione come relatori a eventi
e le riconosce come credito formativo con una comunicazione all’Ordine da parte dell’interessato. Per la partecipazione ad eventi formativi strutturati, stando alle promesse elettorali di questi giorni tutti gli ordini regionali offriranno formazione gratuita a volontà, valorizzando così le nostre quote di iscrizione.
C’è però il rischio concreto che il regolamento non venga approvato. Che faremo allora? spetterà ai nuovi membri del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi sostenere a spada tratta il diritto degli psicologi ad una formazione obbligatoria modellata sulla nostra professione, e non sul modello medico.
ASSICURAZIONE OBBLIGATORIA
L’obbligo di assicurarsi per la RC professionale non è ancora pienamente in vigore. Come segnala il collega Gianluca Lo Presti, citando il sito di CAMPI: “il D.L. n. 69 del 21 giugno 2013, denominato Decreto del Fare, approvato recentemente dal Parlamento, stabilisce che l’obbligo assicurativo della RC Professionale decorrerà dal 15 agosto 2014 per gli esercenti le professioni sanitarie, tra le quali rientra anche la professione di Psicologo.”
Non guasta ricordare che la polizza deve coprire un rischio professionale, quindi devi assicurarti solo se eserciti, se hai clienti: aziende, cooperative, enti o persone. Se non eserciti non sei obbligato, perché la norma parla di ‘professionista’ e per esserlo non basta l’iscrizione ad un albo: devi effettivamente svolgere l’attività professionale come psicologo, con apertura di P.Iva e iscrizione alla propria gestione previdenziale obbligatoria oppure con un contratto da dipendente come psicologo.
Occorre fare attenzione: per chi esercita come psicologo dipendente, quindi senza partita IVA, le condizioni dipendono dalla copertura fornita dalla propria azienda. È necessario chiedere se esiste una polizza RC Terzi, che caratteristiche ha, ed eventualmente si può assicurarsi privatamente.
L’obbligo di assicurazione incontra un’esigenza reale del professionista: quella di limitare i danni in caso di contenzioso con un cliente. Può infatti capitare a tutti nel corso della carriera di essere accusati di malpractice professionale, o di aver prodotto un danno. Pensiamo solo al caso più eclatante: una relazione tecnica depositata in tribunale che contribuisce all’affidamento dei figli ad un genitore piuttosto che ad un altro. Oppure al classico – e per fortuna infrequente – caso del paziente in cura che si suicida.
Tuttavia, è stato storicamente osservato il fenomeno dell’aumento della sinistrosità: in presenza di coperture assicurative, può aumentare il numero di ‘incidenti’ denunciati. Un fattore ‘transferale’ di cui si dovrebbe tenere conto.
Quanto costano le polizze RC Professionale?
I costi per gli psicologi sono di alcune decine di euro l’anno. Io continuo a preferire la polizza CAMPI ad altre: si stipula facilmente online, costa poco, garantisce una buona copertura, ha una storia e una tradizione, e mi fido dei colleghi che la gestiscono, il che non guasta.
In QUESTO ARTICOLO ho spiegato come fare per orientarsi fra polizze diverse e capire quella che conviene di più. Occorre comunque leggersi bene le condizioni, perché alcune polizze sembrano convenienti nel prezzo, ma poi applicano una franchigia che costringe a pagare una parte del danno.
POS: OFFRIRE IL BANCOMAT AI CLIENTI.
Ne abbiamo lette di tutti i colori. In QUESTO ARTICOLO apparso su Altrapsicologia ho spiegato meglio la questione. Spetta a due Ministeri definire modi e tempi di questo obbligo. Ecco, dal mio osservatorio ritengo siamo parecchio lontani: non vedo molto movimento attorno a questo tema.
Quindi: per ora nessun obbligo. Non è certo che ci sarà in futuro. E comunque si prospettano tempi lunghi.
Il POS non piace ai professionisti. O meglio, non piace a tutti. Molti lo usano già, per altri invece è inutile, altri ancora ne temono i costi. Avvicinandosi alla fatidica data del 1 gennaio 2014, in teoria il D-Day, si è levato un coro di proteste e diversi Ordini professionali e associazioni di categoria – compresa Altrapsicologia – hanno mandato o manderanno note ai ministeri per far presente che non siamo come i commercianti: per molti le parcelle sono poche ma sostanziose, e superano il massimale dei bancomat (architetti e ingegneri). Per altri (psicologi, medici) il pagamento avviene alla cassa del poliambulatorio, oppure tramite bonifico o contante.
Insomma, di fronte al variegato mondo dei professionisti, credo che l’obbligo del POS sia sostanzialmente inapplicabile.
Ciao, ottimo post, chiaro e semplice, grazie.
Vorrei solo sottolineare, in caso ho una cattiva informazione mi scuso in anticipo, ma relativamente all’assicurazione RC leggo: “L’obbligo di assicurarsi per la RC professionale è pienamente in vigore”, a quanto riferisce la normativa, anche riporata nel sito della CAMPI, non è così. Infatti (cito): “Il D.L. n. 69 del 21 giugno 2013, denominato Decreto del Fare, approvato recentemente dal Parlamento, stabilisce che l’obbligo assicurativo della RC Professionale decorrerà dal 15 agosto 2014 per gli esercenti le professioni sanitarie, tra le quali rientra anche la professione di Psicologo”
Qui la fonte: http://www.cassamutuapsicologi.it/news_dett.php?id_news=98
In caso, ripeto, mi correggerete 🙂
Per il resto ottimo lavoro come sempre.
Un saluto
G. Lo Presti
Rilievo assolutamente corretto, questo ultimo passaggio che citi mi era del tutto sfuggito. Quindi ti ringrazio per la precisazione, ad uso dei lettori. La riporto nel testo dell’articolo come tua segnalazione, in modo che non sfugga.
Ottima l’informazione di Federico Zanon. Legittima, necessaria e ineccepibile la precisazione di Gianluca Lo Presti.
Grazie molto utile e chiaro come al solito!
utile chiaro veloce semplice.
complimenti!!!
Caro Federico, io opero da molti anni come psicologa sociale nell’ambito della costruzione di politiche pubbliche partecipate, faccio attività di ricerca, accompagno processi di cambiamento in tema di comunità e territori sostenibili. Non mi occupo assolutamente di aspetti clinici ma di processi sociali. Che cosa dovrei assicurare ? La mia attività è costantemente sotto valutazione da parte di partner e finanziatori. Opero come psicologa sociale ma è la qualità del progetto non la mia qualifica che mi consente di svolgere la mia professione, quasi sempre all’interno di team multidisciplinari. Sai dirmi qualcosa su come mi debba regolare ? Grazie e un saluto cordiale.
Grazie mille, utile e chiaro!
Buon lavoro
Complimenti!!!!Il testo è sintetico e chiaro, due qualità rare. Grazie
Chiaro ed utile. Grazie.
tantissimi complimenti x un articolo chiaro e utilissimo. spero su aggiornamenti continui su questi temi caldi da vostra parte. vi seguo semrpe con grande piacere.
Grazie!
Ok. D’accordo su tutto. Vedrete comunque che alla fine riusciranno purtroppo a sotto-porre del tutto la professione di psicologo a quella medico-sanitaria. Per quanto riguarda la formazione obbligatoria attraverso convegni, non ne ricordo uno di quelli frequentati che mi abbia insegnato qualcosa di veramente utile per il mio lavoro quotidiano di libero professionista. E se diventerà un mercato di crediti, potremo dire addio alla professione non pubblico-dipendente.
Penso che la attuale gestione dell’aggiornamento continuo non dipenda tanto dall’adesione o sottomissione al modello medico-sanitario (va similmente anche per altri “dottori”) quanto in generale dall’applicazione meramente burocratizzata dell’ ECM. Si sconta una visione della formazione come “lezione” piuttosto che come apprendimento dall’elaborazione dell’esperienza(meglio se in gruppo) e centrata sui problemi.
Caro Giuseppe, quoto ed aggiungo che il sistema ECM ha una struttura che non si presta nemmeno molto ad essere flessibile e poco burocratizzato, fin da quando è nato.
Grazie, molto utile!
Utile e chiaro. grazie
Mi tocca precisare che per quanto non obbligatoria la formazione ecm per lib prof è di fatto richiesta a chi collabora con enti e coop convenzionate asl
Così come l’rc terzi. Quindi ancge se non sussiste un obbligo come collaboratore lib ptof con una comunita terapeutica mi vedo costretta a pagarmi formazione ecm, anche se mi interessano altri tipi di corsi non accreditati e a pagare un’assicurazione. Anche se di pochi euro
Rispetto a questa situazione, la mia esperienza è che le prassi siano molto diverse da ASL ad ASL e ancora più variegate nelle cooperative convenzionate ASL. Personalmente, dirigo un servizio terapeutico diurno in una cooperativa convenzionata ASL e per la formazione degli operatori non ricorriamo in alcun modo agli ECM, e nemmeno ci sono richiesti per mantenere la convenzione. Così per la maggior parte dei colleghi veneti che conosco direttamente, che dirigono servizi simili. La formazione è una necessità anche in termini di qualificazione, che assolviamo in modi diversi dagli eventi ECM.
mezz ora fa ho ricevuto quest email tramite newsletter di associazione a livello nazionale di colleghi.
Il POS per tutti i professionisti.
Il Decreto Legge n. 179/2012 ha previsto – a decorrere dal 01/01/2014 – l’obbligo di accettare pagamenti anche con carte di debito, per imprese e professionisti. Successivamente, con decreto del 24/01/2014, è stato stabilito che il suddetto obbligo si sarebbe realizzato in due momenti distinti:
– Dal 28/03/2014 al 30/06/2014 l’obbligo avrebbe interessato solo soggetti con fatturato superiore a 200.000 euro (di fatto, nessun psicologo) relativamente ad importi superiori a 30 euro.
– Un altro decreto avrebbe fissato i limiti per il periodo successivo al 30/06/2014.
Con la conversione in legge del “Decreto Milleproroghe” viene stabilito al 30/06/2014 l’obbligo di accettare i pagamenti con carte di debito. Allo stato attuale si rimane in attesa di un nuovo intervento normativo. In assenza di questo, resta valida la data del 30/06/2014 come data d’inizio dell’obbligo di accettare i pagamenti con il POS, a prescindere dal fatturato e dall’importo del singolo pagamento.
Considerato il disagio che tale obbligo comporterà ai liberi professionisti, ancor più ai tanti di noi che lavorano in più sedi, vi terremo aggiornati e stiamo valutando le possibili soluzioni da adottare nel rispetto delle normative
colgo l occasione per chiedere a voi se è cambiato qualcosa, se dobbiamo iniziare a preoccuparci per quest imminente 30 giugno oppure se per l ennesima volta si fa allarmismo gratuito.
chiedo a voi, xchè mi fido della vostra precisione.
saluti
A quanto pare, sembra che il POS della diventare obbligatorio per i professionisti e le piccole imprese a partire dal 30 Giugno 2014. Ma si tratta di un obbligo molto sui generis, per ora: non ci sono sanzioni e di fatto la stessa normativa è in attesa di essere completata. Nel frattempo l’offerta di contratti e dispositivi POS da collegare allo smartphone si sta ampliando, segno che il mercato inizia a reagire ad un obbligo che pare sempre più concreto. Ma dubito che si debba preoccuparsi: nei fatti, la normativa sta seguendo una naturale evoluzione dei mezzi di pagamento. L’unica incognita sono ancora i prezzi di commissione troppo alti: anche un 1,5% alla fine incide. Ma credo che, con azioni unitarie degli enti dei professionisti (ordini e casse di previdenza) il problema si possa ridimensionare di molto. L’importante è non fare come i tassisti: non sono stati obbligati dalla legge, ma dalle richieste dei clienti, ma la loro estrema frammentazione in decine di sigle sindacali e associazioni non gli ha ancora permesso di spuntare buoni accordi con le banche.