Indennità di malattia del professionista. Il benefit ENPAP.
Anche i liberi professionisti si ammalano. E pure loro hanno spesso diritto ad essere pagati durante i giorni di malattia. Come? da chi? ENPAP e gli altri, sull’indennità di malattia.
Mi accorgo che molti colleghi iscritti ENPAP non conoscono questo benefit, incluso nell’iscrizione, che in certi casi può essere molto utile.
LA MALATTIA DEL LIBERO PROFESSIONISTA.
Una mezza tragedia: che tu ti rompa una gamba, ti prenda una bronchite o ti arrivi fra capo e collo qualcosa di peggiore, immediatamente il pensiero corre agli appuntamenti da disdire, alle consulenze da posticipare, al lavoro appena commissionato che non potrai accettare e a quelli a cui non potrai nemmeno concorrere… se la situazione si prolunga troppo, potresti finire bloccato. E senza redditi.
Per i dipendenti è diverso: pubblici o privati, se restano a casa anche solo per tre giorni, vengono pagati ugualmente per contratto, per i primi giorni dall’Azienda e poi dall’INPS.
Ma anche per i liberi professionisti c’è qualcosa di simile: le casse di previdenza – per gli psicologi è l’ENPAP – di solito offrono ai loro iscritti una forma di indennità di malattia come benefit collegato all’iscrizione.
L’INDENNITA’ DI MALATTIA IN GENERALE.
L’indennità di malattia è un contributo economico pagato al lavoratore quando incorre in un periodo di malattia certificato da un medico, che gli impedisce di lavorare. Di solito viene corrisposta per un periodo ben definito, con un limite minimo e massimo di giorni indennizzati, ed è proporzionale al reddito.
E’ una forma di assistenza al lavoratore che conosciamo tutti bene, che è nel pensiero comune: ‘mi metto in malattia’ è una frase tipica del lavoratore dipendente e l’avremo sentita migliaia di volte.
L’INDENNITA’ DI MALATTIA INPS (LAVORATORI DIPENDENTI).
In QUESTA PAGINA si può leggere come funziona l’indennità di malattia INPS, che è quella che riguarda in assoluto il maggior numero di lavoratori italiani – dia dipendenti che autonomi – parliamo di qualche decina di milioni di persone. In sintesi:
- periodo di tempo definito (per i dipendenti, dal 4° al 180° giorno di malattia)
- proporzionale al reddito
- indennità maggiore per malattie lunghe, minore per malattie brevi (per i dipendenti, il 50% della retribuzione giornaliera dal 4° al 20° giorno, il 66,66% della retribuzione giornaliera dal 20° al 180° giorno).
Su questi criteri, in modo più o meno differenziato, vengono modellate solitamente le forme di indennità di malattia corrisposte dagli enti di previdenza dei professionisti, come l’ENPAP.
L’INDENNITA’ DI MALATTIA ENPAP PER PSICOLOGI LIBERI PROFESSIONISTI.
ENPAP riconosce l’indennità di malattia facendo domanda dall’apposito form online presente nella tua area riservata. Si accede con il CODICE FISCALE e PASSWORD.
QUESTA LA PAGINA UFFICIALE DELLA TUTELA MALATTIA SUL SITO ENPAP
L’indennità di malattia viene erogata tramite bandi trimestrali. Raccolte tutte le richieste pervenute, si forma la graduatoria per erogare i pagamenti. Da quando siamo nel Consiglio di Amministrazione, abbiamo sempre fatto in modo di soddisfare tutte le domande e quindi la graduatoria non è mai servita. Trattandosi di bandi, la liquidazione non è immediata e in genere richiede alcuni mesi perché occorre raccogliere tutte le domande del trimestre.
Attualmente l’indennità di malattia ENPAP viene erogata:
- sulla base di una domanda da presentare online entro 5 giorni dalla fine della malattia.
- basandosi su certificato medico e scheda ISEE del nucleo familiare, da presentare entro 30 giorni.
- per un periodo che va dal 7° al 60° giorno di interruzione del lavoro. In questo periodo, viene riconosciuta una diaria compresa fra 50 e 100 Euro, in base al reddito dichiarato nel secondo anno precedente alla malattia (si usa questo riferimento perché è risalendo nel tempo è la prima dichiarazione dei redditi ufficiale che si incontra: se mi ammalo nel 2014, ho sicuramente presentato la dichiarazione dei redditi nel 2013 per l’anno 2012);
- con una riduzione del 20% se la malattia dura meno di 20 giorni, in modo da assistere maggiormente chi ha malattie lunghe e – quindi – più gravi e più dannose per il reddito.
- con una riduzione del 20% per chi, oltre al reddito libero professionale, ha altre forme obbligatorie di indennità di malattia. Tipico è il caso del dipendente, che stando a casa in malattia comunque viene retribuito dall’INPS: in questo caso, l’ENPAP offre lo stesso un’indennità, ma la riduce del 20% nell’ipotesi che chi vive solo di libera professione e non ha altre coperture ha maggiore bisogno.
Giova infine ricordare da dove vengono pescati i soldi per tutto questo: dai contributi integrativi degli iscritti, il famoso 2% che noi mettiamo in fattura e dovremmo far pagare al cliente. Una parte dei soldi raccolti, viene destinata all’indennità di malattia, in genere circa 2 milioni di euro l’anno.
QUANTO RICEVONO GLI ALTRI (DIPENDENTI E PROFESSIONISTI)?
Solo alcuni esempi sulla situazione al 2014, per avere qualche raffronto con la condizione degli psicologi:
LAVORATORI DIPENDENTI (Cassa: INPS)
- Periodo indennizzato: dal 4° al 180° giorno
- Quanto ricevono? 50% della retribuzione giornaliera dal 4° al 20° giorno, 66,66% dal 20° al 180° giorno.
PSICOLOGI (Cassa: ENPAP)
- Periodo indennizzato: dal 7° al 60° giorno di malattia. Al massimo 60 giorni all’anno.
- Quanto ricevono? diaria pari a 1/365 del reddito netto da libera professione dichiarato all’ENPAP. Riduzione del 20% per malattie inferiori a 20 giorni. Riduzione del 20% per chi ha altre coperture di malattia obbligatorie (esempio: dipendenti).
- Lo stanziamento annuo è di 2 milioni di euro, le indennità di malattia erogate sono state alcune centinaia.
INFERMIERI (Cassa: ENPAPI)
- Periodo indennizzato: dal 30° al 180° giorno di malattia. Al massimo 180 giorni l’anno.
- Quanto ricevono: diaria compresa fra l’8% e il 16% (secondo anzianità di iscrizione) dell’1/365 del massimale contributivo previsto per l’anno precedente (>indennità determinata sui redditi di categoria)
AVVOCATI (Cassa Forense)
- Solo per iscritti alla Cassa da almeno tre anni.
- Periodo indennizzato: malattie della durata di almeno tre mesi con interruzione assoluta e continuativa del lavoro.
- Quanto ricevono: indennità mensile di 1/24 del reddito annuo medio calcolato sugli ultimi 10 anni di iscrizione, oppure sugli anni di iscrizione alla cassa se inferiori a 10, con rivalutazione del 100%.
PERITI INDUSTRIALI (Cassa: EPPI)
- Periodo indennizzato: malattie superiori ai due mesi, per un massimo di 12.000 euro
- Quanto ricevono? indennità mensile calcolata come media dei redditi mensili degli ultimi tre anni
- [*nel 2014 sono state erogate 25 prestazioni in tutto per il capitolo TUTELA DELLA SALUTE, che non comprende solo l’indennità di malattia. Lo stanziamento è stato di 74.000 euro].
BIOLOGI (Cassa: ENPAB)
Attualmente l’indennità di malattia non è prevista.
NOTAI (Cassa Notariato)
Attualmente l’indennità di malattia non è prevista.
Dipende moltissimo dal tipo di malattia di cui stiamo parlando. Se ti rompi una gamba è un conto, se ti becchi un tumore è tutto un altro film. Con 60 giorni non ci fai praticamente nulla e se nell’ultimo anno hai lavorato di meno, te lo prendi in tasca. Partecipate alla battaglia sociale per il diritto ad una malattia dignitosa anche per i lavoratori autonomi: http://www.change.org/it/petizioni/presidente-del-consiglio-diritti-ed-assistenza-ai-lavoratori-autonomi-che-si-ammalano
Trovate inoltre molte informazioni su questo tema nel Blog di Afrodite K http://tumoreseno.blogspot.it
Interessante e utile precisazione!
Concordo però sul commento precedente.
Essendo passata per una lunga malattia (2anni quasi) in periodo non Enpap quando facevo l’educatrice co.co.co (la vecchia forma dei contratti a progetto detta collaborazione coordinata e continuativa per chi è più giovine) se io fossi stata Enpap di quei due anni, se ho capito bene avrei potuto recuperare 60 gg all’anno quindi 120 su 730 di malattia. Ben vengano i rimborsi ma tra 7 gg o un mese di malattia (sicuramente deleterio per le entrate professionali ma non sempre per il lavoro in sè) e anni c’è differenza. Ovvio questo non riguarda strettamente l’enpap ma la tutela in malattia di qualunque privato. Soprattutto in caso di malattie gravi e prolungate. Mentre nella mia veste di dipendente posso tranquillamente rientrare al lavoro qualora la malattia me lo permetta (tra un ciclo di cura e un altro per esempio) come libero professionista è molto più difficile.
Ma ripeto, criticità che va oltre il discorso Enpap.
Del tutto d’accordo, comunque la si guardi quando un lavoratore incorre in una malattia lunga – e per ‘lunga’ si intende anche solo qualche mese – rischia di impoverirsi, aggiungendo problema a problema. Anche per i dipendenti il problema è simile, perché l’INPS copre al massimo 180 giorni nell’anno solare.
Insomma, qualunque sia l’ente di previdenza, il lavoratore che si ammala gravemente non può contare su una copertura continuativa. Alla condizione di libero professionista si aggiunge un dato tipico: più il periodo di interruzione del lavoro è lungo, e più la professione ne risente: 20 giorni di interruzione solo quasi solo lavoro perso, con 2 mesi di interruzione si perdono anche relazioni professionali, occasioni, reti di invio. Insomma, il dipendente ha l’aspettativa, il libero professionista non ha nulla di paragonabile.
Infatti oltre i 180 gg ci sono altre tutele. Certo quella maggiore è che oltre ad essere coperto economicamente in malattia, quando rientri il lavoro è lì.
Adesso che ci penso però 5 aa fa già sotto Enpap è convenzionata Asl ho subito una semplice operazione che mi ha lasciata a casa senza stipendio per 15 gg. A saperlo… Certo, a informarsi 😉
Scheda ISEE del nucleo familiare?
Non fa un pò sorridere?
Domanda già fatta senza risposta.
In che senso fa sorridere? puoi spiegare meglio?
Le modalità con le quali ottenerlo e quanto attesta. Non ricordi gli studenti esentasse che giravano in Ferrari?
Tre figli all’università, io e mia moglie che lavoriamo, sempre sconsigliato dal commercialista la richiesta del certificato…
Grazie Federico Zanon per il prezioso articolo. Non capisco perché l’isee, non basta la dichiarazione annuale che già’ facciamo all’enpap? Comunque grazie, dopo tanti anni di professione ero all’oscuro di questo importante aspetto.
L’ISEE contiene anche la situazione patrimoniale e della famiglia. La dichiarazione ENPAP contiene soltanto il reddito da libera professione. Ti faccio un esempio: io potrei guadagnare 30.000 euro da libera professione, essere l’unico che lavora in una famiglia con 5 figli piccoli e senza case di proprietà o patrimonio economico. E potrei guadagnare 30.000 euro, ma avere un milione di euro in immobili, titoli azionari per 500.000 euro, e una moglie che guadagna 100.000 euro l’anno. I due nuclei sarebbero in condizioni molto diverse fra loro, a parità di reddito denunciato ENPAP.
Provo a riprendere e chiarire quanto espresso precedentemente.
L’Isee del nucleo familiare è un oggetto misterioso. I dati che fanno testo , per esperienza personale a livello di tasse universitarie dei figli, mi hanno portato a non ottenere mainiente.
La mia preoccupazione è che diventi una lotta tra poveri: vincerà chi avrà denunciato meno (perchè realmente ha prodotto meno o per furbizia ?).
In questo momento economico se qualcuno ha lavorato in nero, versando meno contributi, non sarà penalizzato rispetto alla pensione (se avrà investito il nero in modo opportuno) e sarà avvantaggiato rispetto a possibili richieste di indennità di malattia.
Se sbaglio, scusate la mia ignoranza.
Non sbagli, ma non si può misurare – purtroppo o per fortuna – le misure di indennità sulla base di chi è irregolare perché evade o non denuncia correttamente redditi e patrimoni. Chi evade si trova sempre in condizione di immediato vantaggio, anche solo per il fatto che paga meno tasse, meno contributi, etc. ma è comunque in una posizione irregolare e, ovviamente, di rischio. L’ISEE è attualmente l’unico modo per identificare in modo certo la condizione economica e patrimoniale di una famiglia, l’unico che non può dare adito a contestazioni.
Una mia collega/amica ha purtroppo un tumore e ha contattato il numero verde dell’Enpap, mi ha riferito che non viene coperta dall’indennità di malattia, mi pare di aver capito, perchè le richieste di rimborso vanno fatte a malattia terminata. Vorrei capire meglio questo punto. Grazie
Le richieste vanno fatte necessariamente quando termina il periodo di malattia che ha interrotto l’attività lavorativa, altrimenti diventa impossibile quantificare la cifra da corrispondere. Questo non significa che in caso di malattia particolarmente lunga, non si possa ad un certo punto presentare domanda per l’indennizzo di un periodo – concluso – di interruzione del lavoro.
Scusa Federico, ma allacciandomi al commento di Lorena, vorrei capire: se ho una malattia che si prolunga ed è fortemente invalidante (come ad esempio un tumore), come faccio a presentare richiesta di indennizzo se non riprendo il lavoro? Dalla tua risposta mi pare di capire che si possa presentare domanda di indennizzo solo una volta conclusa l’interruzione del lavoro.
Il caso in esame dà poi adito ad altre ipotesi: diminuzione del lavoro (se ho un tumore, magari lavorerò meno del solito); interruzione periodica del lavoro (magari appena dopo le chemio).
Insomma, quando la malattia è lunga e fortemente invalidante, e non è possibile capire se e quando si tornerà al lavoro, che fa l’Ente? (va da sé che se sono a casa e sto male, la mancanza di un’entrata economica non aiuta certo la guarigione….).
Se una malattia si prolunga oltre i 60 giorni continuativi, comunque dal 60° giorno in poi va presentata la domanda di indennizzo, perché in ogni caso oltre il 60° giorno non verrebbe più indennizzato nulla. Per periodi di durata più breve, quando si chiude un periodo di interruzione di lavoro, con certificazione medica che indica il numero di giorni di malattia, si presenta domanda.
Chiaramente il sistema non può adattarsi perfettamente ad ogni caso specifico, ma in generale il principio è che se interrompi il lavoro e hai una certificazione medica che indica la durata di malattia, puoi fare domanda.
Esistono delle criticità, naturalmente: pensiamo al caso di una malattia cronica con acuzie ricorrenti, oppure agli effetti di una chemioterapia che possono non superare i 7 giorni ma portano ad interruzioni frequenti. Pensiamo a malattie particolarmente lunghe, che superano di molto i 60 giorni. Ci si sta lavorando, anche su queste criticità, anche se le modifiche regolamentari richiedono tempi lunghi.
Grazie Federico della preziosa informazione! Devo dire che in 20 anni di lavoro da libero professionista non mi era mai stata chiara la cosa. Forse non ho letto attentamente il voluminoso volume dell’ENPAP prima, ed è mia la colpa, oppure mi sono lasciata influenzare dalla compilazione dell’RC professionale, infortuni, malattie, ecc. della CAMPI per la quale per avere una diaria era fino a pochi anni fa necessario versare un contributo per una assistenza sanitaria integrativa…che, tra parentesi, era talmente onerosa come pratiche per il recupero delle spese sanitarie sostenute da farmi desistere e sperare in una salute di ferro… dopo i 40 però ….
Ciao Federico, io ho fatto domanda per 11 giorni di malattia e mi sono stati corrisposti solo 200 euro. Sono io che sbaglio o è l’ufficio competente ENPAP che ha preso una toppa? Io ho fatto il seguente calcolo: 50×11=550-110 (riduzione x periodi di malattia inferiori a 20gg.)-110 (ritenuta d’acconto)=330 euro (risultato atteso).
Quello corrisposto invece è stato di 200 euro. Ho scritto già da una settimana all’indirizzo info@enpap.it, ma non ho ricevuto risposta.
Sei sicuro che tutto marci praticamente come hai scritto nell’articolo?
Spero che almeno tu mi risponderai.
C’è la franchigia per i primi 7 giorni se la malattia è inferiore a 20 giorni.
Buongiorno, sono una psicologa psicoterapeuta, libera professionista dal 1980, iscritta all’ENPAP dalla sua formazione.
Avrei qualcosa da ridire su quanto esposto nell’articolo.
Ai primi di marzo mi sono fratturata lo sterno ed ho fatto la richiesta di indennità secondo le regole. A metà giugno non avendo ancora ricevuto alcuna risposta mando una mail all’Enpap. Mi viene risposto che stavano analizzando la mia posizione e mi avrebbero dato una risposta a breve. Ebbene oggi è il 12 ottobre, sono passati ben 3 mesi e mezzo e non ho ancora ricevuto risposta. Non solo circa 20 giorni fa ho inviato una seconda mail per capire i motivi del silenzio ENPAP, ma anche questa è rimasta senza risposta. Ed è solo la trattura dello sterno, documentata con tanto di RX e TAC.
I tempi di attesa per ricevere l’indennità possono variare a seconda della complessità della situazione. In ogni caso l’erogazione non è immediata, perché viene fatta la graduatoria di tre mesi in tre mesi e le indennità vengono erogate a graduatoria conclusa. Per cui 3 mesi e mezzo sono un tempo ancora congruo.
Nel dicembre del 2013 ho subito un intervento al ginocchio che mi ha lasciata a casa per 15 gg. Sono convenzionata Asp ma sono sotto l’enpap, posso fare la domanda quest’anno?
Bisogna leggere sul sito http://www.enpap.it se il bando per gli eventi del periodo di malattia sono ancora aperti, ma c’è comunque un termine per presentare la domanda, temo sia tardi. Potresti provare ugualmente, eventualmente ti verrà risposto che hai fatto domanda fuori dai termini.
A parte il fatto che non nella pagina dedicata all’Indennità di malattia/infortunio del sito dell’ENPAP (né nel bando), non se ne parla minimamente, ma poi scusate già per eventi inferiori a 20 giorni si applica una riduzione del 20% ci mettete anche la franchigia?
Mi puoi citare la fonte il regolamento, bando o legge che stabilisca questo? E se possibile renderlo visibile anche sul sito in modo che gli iscritti possano essere informati.
Lelio, perdonami ma è già la seconda volta che sostieni che le informazioni non sono presenti sul sito ENPAP, quando invece sono in chiaro e facilmente reperibili: http://www.enpap.it/?page_id=512
Capisco che il sito ora è abbastanza brutto e poco navigabile, perché risente degli anni – a breve sarà completamente rifatto – ma che non ci siano le informazioni non è vero e non sarebbe possibile: l’ENPAP è un ente vigilato a livello ministeriale, mica si può omettere informazioni, specialmente sui bandi di assistenza.
Cito dalla pagina di cui al link: “L’entità dell’indennità lorda giornaliera è pari a 1/365° del reddito netto professionale denunciato e comunicato all’Ente, ai sensi dell’art. 11 del Regolamento di Previdenza, nel secondo anno precedente la presentazione della domanda, con esclusione dei periodi al di sotto dei 7 giorni continuativi.”
Perché le riduzioni? l’obiettivo, che ha natura di scelta politica – più o meno condivisibile – è di premiare con un maggiore indennizzo le malattie di lunga durata, che si ipotizzano più gravi, e che comunque colpiscono il lavoro del professionista in modo proporzionalmente maggiore: non è la stessa cosa interrompere il lavoro per 20 giorni e poi riprenderlo, e interromperlo per 40 giorni, perché nel secondo caso si presume che oltre a perdere il valore mero delle prestazioni non effettuate, inizi pure a perdere ‘giro’ di clienti/pazienti. Ecco svelato l’arcano. Come detto prima, è scelta politica, opinabile finché si vuole, ma serve per non disperdere inutilmente risorse economiche pagando raffreddori e influenze a migliaia di persone, cosa che farebbe spendere quantità assurde di denaro: si preferisce concentrarsi su chi ha davvero bisogno di un sostegno.
caro Federico,
complimenti!
Anna
Ciao sono una lavoratrice autonoma infermiera iscritta da gennaio a enpapi ma non ho ancora versato i contributi perché non sono stata ancora immatricolata… A febbraio ho scoperto di essere incinta e il medico dice di essere gravidanza a rischio… Nel anno precedenti ho lavorato come lavoratore dipendente e ho versato contributi a INPS… Posso usufruire della indennità di malattia enpapi se non ho anzianità contributiva mentre con l INS ho pagato molti contributi
Non saprei rispondere nello specifico per la professione infermieristica, e le posso suggerire di rivolgersi ad ENPAPI per cercare di chiarire meglio.
Ma in generale: (1) l’indennità di maternità spetta alle lavoratrici, dipendenti o autonome. Se si è iscritti ad un Ente di Previdenza per professionisti e non si ha altra copertura (di solito INPS per contratto dipendente), è questo Ente ad essere erogatore secondo le proprie regolamentazioni. Occorre ovviamente che vi sia effettiva iscrizione. (2) se si è cessato un rapporto con l’INPS – ad esempio per lavoro dipendente – non si ha diritto all’indennità di maternità perché spetta alle lavoratrici. (3) il versamento di contributi all’INPS o ad altro ente non è di per sé titolo per ricevere l’indennità di maternità: occorre essere lavoratrici iscritte effettivamente a qualche gestione.
Come ho scritto nel mio ricorso al CdA che avete rigettato la dicitura “con esclusione dei periodi al di sotto dei 7 giorni continuativi.”, non significa che non si retribuiscono i primi 6 giorni di un periodo di malattia più lungo di 6 giorni, ma che i periodi di malattia che iniziano e finiscono nell’arco di massimo 6 giorni non vengono inclusi nel conteggio dei giorni di malattia. L’interpretazione che il CdA fa del regolamento ENPAP è del tutto arbitraria e lesiva dei diritti degli iscritti.
Caro Lelio, ci siamo sentiti pure per telefono. Inutile proseguire oltre: se l’unico iscritto ENPAP in tanti anni che abbia ricorso per questo motivo, è evidente che il dettato della norma viene letto nella maggioranza dei casi in modo aderente alla lettura che ne fanno i nostri uffici. Il CDA segue le indicazioni degli uffici, in questi casi.
Buongiorno, grazie per tutte queste informaZioni, molto utili.
Io sono in gravidanza e il mio medico vorrebbe che mi astenessi dal lavoro per precauzione, per alcuni problemi insorti. Tuttavia io temo di mettermi in maternità a rischio, e poi una volta interrotto il lavoro non riuscire a ottenere l’indennità…immagino che con il certificato del medico io non possa proprio fatturare in quel periodo.
Cara collega, se sei libera professionista senza altre forme contrattuali, puoi lavorare e allo stesso tempo ricevere l’indennità, non c’è incompatibilità. Viceversa, in caso tu abbia altri contratti (dipendente, collaborazioni non in partita IVA, convenzione SSN) la disciplina dell’astensione dal lavoro è diversa. Occorrerebbe capire esattamente la situazione per dare una risposta precisa.
Gentile collega,
innanzitutto grazie per questo articolo che ha (finalmente) gettato luce su alcune questioni per me finora oscure.
Avrei un paio di domande rimaste ancora insolute: per quanto riguarda l’assistenza a figli piccoli in caso di malattia (non necessariamente grave, ma che costringe a perdere giorni di lavoro e quindi di fatturato) ed eventualmente a genitori con invalidità esiste una forma di tutela per noi? Sto cercando informazioni da molto tempo ma non ne ho trovate.
Grazie!
cara collega, metti il dito su due problemi non da poco: per l’assistenza alla malattia dei figli, purtroppo finora ai liberi professionisti non è riconosciuta alcuna forma di assistenza specifica. Anche in ENPAP abbiamo ragionato sul problema, ma prevedere ad oggi una forma di copertura è complicato perché (1) le malattie dei figli sono molto frequenti, e quindi sarebbero estremamente costose da coprire (2) i fondi per l’assistenza in ENPAP vengono praticamente assorbiti per intero dall’indennità di malattia e dall’assistenza sanitaria integrativa.
Il fatto che nessun ente di previdenza per i professionisti riesca ad offrire l’assistenza in caso di malattia dei figli, e che anche per i lavoratori dipendenti esistano solo congedi non pagati, o pagati pochissimo e per brevi periodi, mi induce a pensare che siano eventi su cui in Italia c’è ancora molto da fare.
In ENPAP, l’unica cosa che siamo riusciti ad aggiungere in termini di assistenza ai figli e in aggiunta alla normale indennità di maternità prevista dalla legge, è un contributo di paternità e genitorialità. Trovi ulteriori informazioni sul sito dell’Ente: http://www.enpap.it/servizi-per-te/contributo-paternita-e-genitorialita/
Per l’invalidità dei genitori invece la situazione è più confortante: è prevista l’invalidità civile per ogni cittadino anche non lavoratore, eventualmente con assegno mensile se si supera la gravità del 74%. In questo articolo che ho scritto per il sito AssicuriamociBene puoi trovare un approfondimento: http://www.assicuriamocibene.it/2014/02/20/invalidita-e-inabilita-i-contributi-economici/
E per gli psicologi, come ENPAP è prevista una indennità specifica. Puoi trovare qui le informazioni utili, direttamente dal sito dell’Ente:
http://www.enpap.it/servizi-per-te/pensioni/pensioni-di-invalidita-e-inabilita/
[…] Indennità di malattia del professionista. Il benefit ENPAP: un articolo di approfondimento del VicePresidente ENPAP – Federico Zanon […]
Gentile Collega,
grazie mille per le informazioni e per i link riportati. Ho letto tutto con molto interesse, ma mi è rimasta una domanda: dall’articolo relativo all’invalidità civile ho capito che questa viene riconosciuta a noi come professionisti, ma non ho capito se in caso di invalidità del genitore del professionista ci sia per noi la possibilità di perdere giorni di lavoro per assisterlo venendo comunque retribuiti come in caso di malattia più lunga di 7 giorni, o se semplicemente si faccia riferimento all’assegno di cura che, in ogni caso, non può essere versato a noi perché impossibilitati ad assistere 24h su 24 il genitore in questione, pena la perdita del lavoro e del fatturato totale.
Grazie!
Gentile, credo che lei si riferisca ai benefici che i lavoratori dipendenti ricevono in virtù della Legge 104, che fra l’altro permette ad un lavoratore di assentarsi dal lavoro per assistere un familiare invalido. Ecco, questo tipo di benefici è purtroppo valido solo per i contratti di lavoro dipendente, i liberi professionisti possono/devono per definizione gestire il proprio tempo senza vincolo di orari, e quindi senza dover addurre ragioni a datori di lavoro per ottenere permessi.
Una domanda: ho letto che per domande superiori alla disponibilità totale esiste una graduatoria. Ma come funziona? Vengono pagati soltanto i primi in graduatoria, oppure tutti i facenti domanda ricevono una percentuale?
Grazie, cordiali saluti
Loredana Giacosa
Come ogni graduatoria: ricevono l’indennità tutti fino a esaurimento del budget a disposizione. Finora comunque non si è mai ricorso alla graduatoria, le domande di indennità sono state sempre tutte coperte e trimestralmente stanziamo budget sufficienti a coprire le domande che prevediamo arrivino, in base alle statistiche dei trimestri precedenti. La graduatoria è comunque necessaria: gli enti di previdenza non possono erogare le forme di tutela senza un bando e una graduatoria.
denunciato e comunicato all’Ente, ai sensi dell’art. 11 del Regolamento di Previdenza, nel secondo anno precedente la presentazione della domanda, con esclusione dei periodi al di sotto dei 7 giorni continuativi.” – See more at: http://www.federicozanon.eu/indennita-malattia-enpap/#sthash.6tkNabcu.3uWQtzqW.dpuf
Buongiorno Federico in riferimento a questa dicitura non mi è chiaro se il modello Isee deve essere presentato in riferimento all’anno in corso 2016 , anno in cui mi sono fratturata il tendine di Achille o al 2015 ?
Per la precisione il 3o luglio di questo anno in corso mi è esploso il tendine di Achille . Ho subito intervento chirurgico e gesso che dovrò tenere fino al 12 di Settembre , dopo la tale data inizierà per circa due mesi la fkt . Non mi è chiaro se la domanda devo presentarla dopo i 60 giorni e quindi al 30 di Settembre oppure a fine ottobre. La mia autonomia è ridotta e sono impossibilitata a muovermi , ritengo fino alla fine di Settembre e oltre , come da indicazioni mediche.
Grazie per la tua risposta
Miriam Jahier
Ciao,
la domanda di indennità di malattia va presentata entro 5 giorni dalla fine del periodo di interruzione del lavoro per malattia. In pratica, dal giorno in cui riprenderai a lavorare, entro 5 giorni dovrai presentare domanda. Se la fisioterapia è comunque un periodo di fermo lavorativo certificabile dal medico come tale – ma di questo devi essere sicura – allora potrai presentare domanda successivamente.
In una situazione come la tua, personalmente chiamerei l’ufficio assistenza di ENPAP spiegando bene la condizione medica, in modo da avere una indicazione certa, perché il dubbio è sulla idennizzabilità del periodo di fkt.
Un saluto e mi scuso se ho risposto tardi: purtroppo ho avuto un problema tecnico sul sito.