Psicologhe e maternità: come variano i redditi.

Psicologhe e maternità: come variano i redditi.

La maternità è un momento impegnativo. La vita professionale non può che risentirne. In che misura incide sul reddito delle psicologhe?

Lo spunto per questo articolo è nato da un articolo pubblicato da un giornale campano, in cui la Presidente dell’Ordine Psicologi Campania Antonella Bozzaotra avrebbe dichiarato che ‘secondo i dati ENPAP dopo il primo figlio le colleghe hanno mediamente un abbassamento del reddito che non riescono a recuperare nel corso della carriera, e dopo il secondo si registra un avere propria espulsione dal mondo del lavoro‘.

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Ora, come Consiglio di Amministrazione ENPAP svolgiamo costanti elaborazioni statistiche sugli iscritti, e da un recente lavoro della Commissione Politiche Femminili – composta dalle colleghe Chiara Santi, Stefania Vecchia e Laura Recrosio – è emerso esattamente il contrario:

E-book ‘La situazione Femminile in ENPAP (clicca per scaricalo gratuitamente)’, pagina 40:
‘Da questa analisi effettuata su tutte le iscritte con figli sembra emergere un primo dato che mostra come l’evento maternità, nel tempo, non sia un ostacolo allo sviluppo della carriera. Anzi, prendendo solo il dato medio, risulterebbe che chi ha avuto fi gli ed è rimasta attiva, tende a recuperare il reddito e ad averlo leggermente superiore alla media.’

Chiaramente, parliamo di statistiche. Però ci fanno capire che la maternità nella popolazione delle psicologhe libere professioniste non è necessariamente un danno al reddito.

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Le situazioni individuali sono poi le più varie (entro un certo margine), e non è facile. Conosciamo, per averle seguite da sempre come Associazione Altrapsicologia, colleghe non reintegrate al lavoro dopo il parto, quasi sempre libere professioniste con contratti a monte ore ma in qualche caso anche dipendenti a tempo indeterminato di cooperative.

E conosciamo situazioni di madri con figli che necessitano di cure costanti e non ricevono l’assistenza che dovrebbero. Non è facile in queste situazioni recuperare il terreno perduto dal punto di vista professionale, e non è facile conciliare famiglia e lavoro in generale.

La tutela di tutte queste situazioni dovrebbe essere una priorità soprattutto per la nostra categoria, che oltre ad essere per l’80% femminile è anche per vocazione attenta ai temi della cura dei figli e del vivere bene.

La tutela della genitorialità resta un impegno e una direttrice di lavoro nelle istituzioni e in ENPAP, sia personale che dell’Associazione di cui faccio parte.