Tunisia: la situazione previdenziale è preoccupante

Quando un paese esce da un regime dittatoriale durato decenni, una delle prime questioni che affronta è la previdenza: occuparsi della sopravvivenza dignitosa di tutti i cittadini, anche quando non sono più in fase produttiva, è una priorità sociale.

Purtroppo, un sistema previdenziale non si costruisce dal nulla, e le notizie dalla Tunisia sono l’esempio di questo problema.

 

di Diego Minuti
(ANSAmed) – TUNISI, 2 MAG – La Tunisia si guarda in tasca e comincia ad accorgersi che i suoi conti previdenziali non sono tranquillizzanti. Anzi, per il ministro degli Affari sociali, Khélil Zaouia, la situazione della Cassa nazionale della pensione e della Previdenza sociale la situazione e’, ha detto, ”allarmante”, sia direttamente che per gli istituti previdenziali che ad essa sono collegati, come la Cnss (che tutela essenzialmente le posizioni dei lavoratori dipedenti, garantendone anche l’assistenza) e la Cnam (la Cassa nazionale di assicurazione per le malattie).I conti cominciano a essere preoccupanti e, per questo, il governo sta cominciando a pensare seriamente a come intervenire per evitare che essi peggiorino in un termine di tempo che potrebbe anche essere molto breve.

La situazione generale del Paese, per parte sua, sia dal punto di vista dell’economia, che politico e’ molto delicata.

Perche’, per quanto riguarda l’economia, l’uscita dalla crisi sembra ancora lontana, pur se ci sono segnali incoraggianti; per quanto attiene la politica, la prospettiva del voto politico nella prossima primavera-estate rischia di non dare al governo la forza per il varo di riforme dolorose, quindi impopolari, consegeuntemente capaci di erodere consenso. E nessuno, al momento, sembra intenzionato ad andare contro i desideri della gente. Ma anche il governo s’e’ accorto che e’ arrivato il momento del rigore e questo spinge per l’adozione di misure urgenti che consentano di dare nuovi equilibri alle casse dello Stato, che sino ad oggi (lo ha fatto, per motivi populistici, anche quello ai tempi della dittatura di Ben Ali) e’ stato sempre molto sensibile alle tematiche della tutela sociale.

Zaouia ha detto che sono allo studio le misure che potrebbero essere adottate, e gli annunci, a mezza bocca, che ha fatto non lasciano molto spazio all’ottimismo, anche se c’e’ da dire che essi, al momento, non hanno provocato alcuna reazione da parte delle centrali sindacali, Ugtt e Utt in testa, come pure poteva essere lecito attendersi.

Per il ministro degli Affari sociali, in un futuro imminente, potrebbero essere decisi: l’aumento dei contributi; l’innalzamento dell’eta’ minima per andare in pensione; l’istituzione di nuovi meccanismi (a somiglianza di quelli francesi, come la Contribuzione sociale generale); la riduzione del rapporto stipendio/pensione che, secondo Zaouia in Tunisia e’ tra i piu’ elevati del mondo. Cioe’, in Tunisia la pensione non si differenzia molto dall’ultimo stipendio percepito dal lavoratore.

I primi interventi riguarderanno, molto probabilmente, la Cnam, le cui difficolta’ di cassa potrebbero arrivare gia’ nel 2014. (ANSAmed).

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