Pensioni INPS: la metà sotto i 1000 euro

Di solito il problema riguarda i liberi professionisti, alle prese con casse previdenziali a sistema contributivo che offrono pensioni troppo basse. Ma la metà dei pensionati INPS ha lo stesso problema.

Si tratta dell’emergenza sociale prossima ventura: un sistema pensionistico che per decenni ha dilapidato il denaro dei lavoratori attivi per pagare pensioni eccessive ai pochi pensionati, ed ora che la proporzione è capovolta deve correre ai ripari.

UN PROBLEMA CULTURALE. Correndo ai ripari dopo aver creato nel paese una cultura della pensione slegata dai contributi versati, della pensione dovuta al di là del bene e del male, del lavoratore del tutto deresponsabilizzato rispetto alla costruzione lungo tutto l’arco di vita del proprio risparmio, ora ci siamo.

I nodi vengono al pettine. E così troviamo un INPS enorme, che ha assorbito due enti in perdita che continuano ad erogare pensioni d’oro, perdendo. E nel frattempo, la metà degli iscritti INPS comunque ha pensioni inadeguate. Ma nessuno ha il coraggio di pensare ad un drastico intervento di riequilibrio, di equità sociale. E così la situazione non ha pesato solo in passato, ma pesa anche nel presente e si propagherà nel futuro per chissà quanti decenni ancora.

Perché nel frattempo l’aspettativa di vita media è di molto aumentata, e chi si è pensionato a 40 anni di età negli anni ’80, quando ancora non si era voluto prendere atto dell’insostenibilità del sistema, oggi non è certo prossimo a lasciare libera la sua posizione previdenziale per i nuovi arrivati. Chi si è pensionato con una prestazione del tutto slegata dai contributi realmente versati, non può certo dimezzare il proprio tenore di vita.

La responsabilità del disastro previdenziale è politica e di mentalità. Il clientelismo all’italiana vive di espedienti di breve e medio termine, si accontenta di soddisfare la propria cerchia, e del principio di collettività e di solidarietà strutturale non se ne fa nulla.

CHI PAGA? Mentre alle casse dei liberi professionisti si impone in modo matematico la stabilità finanziaria, a costo di investire in costi di gestione buona parte del contributo previdenziale degli iscritti che potrebbe tranquillamente essere portato a montante in caso di gestioni virtuose, l’Ente Previdenziale per antonomasia riceve continuamente finanziamenti dallo Stato. Il gravame è sulle tasche di tutti i cittadini, liberi professionisti compresi. Tutto per mantenere in piedi un sistema nato e cresciuto nell’Italia della prima repubblica, in cui la pensione non proveniva dal sudore della fronte del lavoratore, ma dall’interesse del parlamentare di territorio.

Voti al posto di contributi, insomma. Questo il peccato originale della previdenza italiana? forse la mia è una visione pessimistica, mi piacerebbe conoscere l’opinione dei lettori.

 

Inps: quasi la metà dei pensionati prende meno di 1.000 euro al mese – Economia e Finanza con Bloomberg – Repubblica.it.